Brazzaville in Congo
SCUOLA CAMILLA MEDEA
Organizzazione.
Le suore della Congregazione di San Giovanni Battista e Santa Caterina da Siena sono dette Medee dal nome della loro fondatrice Camilla Medea Ghiglini Patellani nobildonna genovese del diciasettesimo secolo.
Agli inizi del 2000 decidono di aprire una missione a Mfilu una area poverissima nella periferia della città di Brazzaville in Congo. All’inizio collaborano con la parrocchia locale, studiano e conoscono la realtà e i bisogni della gente. Quindi in semplici locali presi in affitto aprono prima una scuola materna e qualche anno dopo iniziano a svolgere i primi 2 anni delle elementari. Le scuole pubbliche sono poche, lontane dalle abitazioni e hanno classi fino a 200 alunni dove è impossibile non solo imparare ma anche solo ascoltare la voce dell’insegnante.
Con l’aiuto di benefattori italiani riescono ad acquistare una parte dello spazio affittato e ad attrezzare 5 aule per i primi cinque anni della scuola elementare. Gli alunni arrivano fino a 40 per aula ma sono comunque in condizioni di seguire e studiare. Ci sono due turni, quello del mattino e quello del pomeriggio e così vengono accolti complessivamente circa 400 alunni. Un centinaio sono invece i bambini della scuola materna.
Le condizioni igieniche e sanitarie dove si trova la missione sono impressionanti. Sono condizioni che peraltro si riscontrano in tutto il paese se si escludono alcuni aree o quartieri dove vivono le poche famiglie benestanti. Le immondizie si accumulano ai lati delle strade. La malaria è endemica e, con la denutrizione e altre malattie, fa stragi di bambini. Mancano gli strumenti per il lavoro e mancano le sementi per gli orti e i campi. Ci sono poche attività artigianali, l’unica attività diffusa è il commercio, su tavoli improvvisati in ogni angolo di strada o davanti alle misere abitazioni. Unica possibilità di salvezza e di riscatto futuro è rappresentata dall’istruzione. Nella cultura africana sono molto importanti e forti i vincoli familiari che si estendono anche alla parentela, così come è sacro il rispetto per i bambini piccoli. Questa cultura genera una solidarietà diffusa che mantiene in equilibrio la società anche in mezzo alla miseria.