RACCONTI DAL CONGO: LA STORIA DELLA FAMIGLIA EKILI

A settembre scorso Mimi Mondele, la mamma di tre bambini, si è presentata alla Scuola Medea per iscrivere alle elementari Grace di 13 anni, Dievenil di 10  e Dorcas di 8 dicendo però che non aveva i soldi per pagare la piccola retta richiesta. Ha raccontato che il marito poliziotto era dovuto scappare diversi anni fa a Kinshasa nell’altro Congo in seguito ai perduranti conflitti etnici del paese e da allora non si è più fatto sentire nonostante avesse fatto la promessa di tornare a prendere la sua famiglia e nonostante i tentativi fatti da Mimi attraverso l’ambasciata dell’altro Congo per rintracciarlo. Negli anni precedenti i tre bambini avevano frequentato saltuariamente la scuola pubblica che però era molto lontana dalla loro misera casetta e nelle aule della scuola, che contavano fino a 100 bambini, non avevano imparato quasi niente. Dopo qualche tempo, come da sua abitudine, Suor Nives è passata a visitare questa famiglia e con sorpresa ha trovato non solo tre ma ben 5 bambini tutti affamati, magri e alcuni in cattive condizioni di salute. I due bambini in più erano i figli di un fratello di Mimi, un povero alcolizzato e con una moglie affetta da problemi psichici. Nella cultura tribale africana i legami familiari tra fratelli e sorelle si estendono ai rispettivi figli che tra di loro si sentono pure fratelli e sorelle. Se vengono a mancare dei genitori, i fratelli si prendono cura dei loro figli e li considerano come propri. Il fatto è che per mantenere tutte quelle creature non basta il lavoro di Mimi che vive raccogliendo e vendendo la legna trovata nel bosco. Per intanto i tre bambini iscritti alla scuola sono stati inseriti nelle classi corrispondenti alla loro età e le insegnanti confidano di recuperarli con molta pazienza. Gli altri due bambini, Prini di 8 anni e Dieu-le-veux di 11, quando non sono ammalati, vanno intanto alla scuola pubblica e la missione delle suore aiuta la famiglia di Mimi con qualche cesta elementare basica di tanto in tanto. Suor Nives conclude questa sua storia scrivendo che “sono i poveri che aiutano altri poveri” e che comunque lei vive ogni giorno, con tristezza, il senso di impotenza davanti a tante situazioni di dolore e di difficoltà. Ma anche in questa storia la missione delle suore Medee sta dando una mano alla sopravvivenza dignitosa di una famiglia misera e sfortunata.